“Saccë na còsa cusèlla,
iè ffinë e tanda bbèlla…”, so una cosa cusella, che è fine e molto bella: è l’introduzione di ogni indovinello agromontese, indovinelli che vanno oltre il significato apparente delle parole.
Zio monaco (ZI:_MÒNËCHË) tondo tondo va “riproducendosi” (MBRËNÈNNË) in tutto il mondo (MUNNË), è venuto a casa mia e si è “riprodotto” anche con la mia famiglia.
L’indovinello, apparentemente spinto e pungente, descrive una delle più belle forme di condivisione sociale del passato: lo scambio tra famiglie del lievito. Il lievito madre era conservato e rinnovato continuamente; all’occorrenza era offerto alle famiglie che per diversi motivi non ne disponevano per la panificazione e la produzione di altri lievitati. Condivisione, purtroppo, quasi del tutto scomparsa anche nelle piccole realtà come quella agromontese.