“Saccë na còsa cusèlla,
iè ffinë e tanda bbèlla…”, so una cosa cusella, che è fine e molto bella: è l’introduzione di ogni indovinello agromontese, indovinelli che vanno oltre il significato apparente delle parole.
È alta quanto uno sgabello (SCANNIÉḌḌË) ed è piena (IÈ CCHINË) di campanelli (I CAMPANIÉḌḌË).
La pianta di ceci, infatti, raggiunge modeste dimensioni, quanto uno sgabello, e si riempie di piccoli baccelli con all’interno i ceci, simili per forma e colore a dei campanelli, che secchi tintinnano all’interno del piccolo baccello.
I ceci in passato erano molto spesso consumati freschi, tradizione oggi in parte perduta.