“Saccë na còsa cusèlla,
iè ffinë e tanda bbèlla…”, so una cosa cusella, che è fine e molto bella: è l’introduzione di ogni indovinello agromontese, indovinelli che vanno oltre il significato apparente delle parole.
Sotto il ponte di CIC CIAC (suono onomatopeico che identifica il rumore dell’acqua quando viene calpestata) vi è un animale (RËMMANIË) che sembra essere un gatto; con le orecchie A LLABBARINË (orecchie da lepre, rifacendosi ad alcune rugosità della pelle delle rane che sembrano come delle orecchie), figlio del Re se nominato, richiamando la credenza popolare del rospo-principe.
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